Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10273 del 4 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:10273PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di associazione per delinquere di cui all'art. 416 c.p. sussiste quando vi sia un vincolo associativo stabile e duraturo tra almeno tre soggetti, finalizzato alla commissione di una pluralità di reati. La prova dell'esistenza dell'associazione può desumersi da elementi indiziari, quali la condivisione di una medesima strategia criminale, la ripartizione di compiti e ruoli, la continuità e sistematicità dei comportamenti illeciti, la disponibilità di mezzi e risorse funzionali alla realizzazione del programma criminoso. L'accertamento della responsabilità dei singoli partecipi all'associazione non richiede la prova della loro diretta partecipazione a tutti i reati-scopo, essendo sufficiente la consapevolezza e la volontà di far parte dell'associazione e di contribuire, anche in modo indiretto o episodico, alla realizzazione del programma criminoso comune. Tuttavia, qualora in un diverso giudizio nei confronti di uno degli associati sia accertato che egli non ha commesso il fatto, tale pronuncia di assoluzione può incidere sulla configurabilità del reato associativo, determinando il venir meno del numero minimo di partecipi richiesto dalla norma, con conseguente possibilità di revisione della sentenza di condanna per il reato di cui all'art. 416 c.p. ai sensi dell'art. 630 c.p.p. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato associativo, così come l'apprezzamento del materiale probatorio, rientrano nell'ambito del giudizio di merito, sottratto al sindacato del giudice di legittimità, il quale può solo verificare la logicità e la congruità della motivazione adottata dal giudice di appello. L'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 61, n. 5 c.p. per aver approfittato della condizione di minorata difesa della vittima in ragione della sua età avanzata non richiede l'accertamento di una specifica condizione di menomazione psichica o fisica della persona offesa, essendo sufficiente che la stessa, per la sua età, si trovasse in una condizione di maggiore vulnerabilità e difficoltà di reazione rispetto alle pressioni psicologiche e fisiche subite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. DI STEFANO P. - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedetto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1308/2012 del 5/11/2012 della CORTE DI APPELLO DI NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERLUIGI DI STEFANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SCARDACCIONE Vittorio Eduardo che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

Udito per (OMISSIS) il difensore avv. (OMISSIS) in sostituzione dell&…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.