Il verbale della conferenza di servizi, in quanto atto endoprocedimentale privo di efficacia esterna, non è autonomamente impugnabile, essendo ammissibile l'impugnazione soltanto del provvedimento finale adottato dall'amministrazione procedente, quale unico atto effettivamente determinativo della fattispecie. Pertanto, il ricorso proposto direttamente avverso il verbale della conferenza di servizi è inammissibile, salvo il caso in cui il rappresentante dell'amministrazione dissenziente abbia notificato il proprio motivato dissenso entro il termine di trenta giorni dalla ricezione della determinazione conclusiva della conferenza, ai sensi dell'art. 14-ter, comma 7, della legge n. 241 del 1990 (nel testo vigente ratione temporis). La struttura dicotomica della conferenza di servizi, articolata in una fase endoprocedimentale conclusa con la determinazione della conferenza e in una successiva fase esoprocedimentale conclusa con l'adozione del provvedimento finale, è stata superata soltanto a seguito delle modifiche normative introdotte dall'art. 49, comma 2, del d.l. n. 78 del 2010, convertito dalla legge n. 122 del 2010, che hanno eliminato qualsiasi riferimento alla necessità del provvedimento finale.