Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22581 del 9 giugno 2022

ECLI:IT:CASS:2022:22581PEN

Massima

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Il delitto di minaccia di cui all'art. 612 c.p. si configura quando la condotta dell'agente, valutata nel suo contesto concreto, risulti idonea a suscitare nella vittima un effettivo e ragionevole timore di subire un male ingiusto, essendo irrilevante che il soggetto passivo si sia effettivamente sentito intimidito. Ai fini della sussistenza del reato, è necessario che il giudice analizzi attentamente le circostanze di fatto in cui la condotta minacciosa si è realizzata, considerando gli elementi come il tono, il modo di esprimersi dell'agente e la situazione di riferimento, al fine di accertare l'attitudine della condotta a ingenerare nella vittima un fondato e ragionevole timore. Non è sufficiente una valutazione meramente letterale delle espressioni utilizzate, ma occorre una disamina complessiva del contesto in cui le stesse sono state pronunciate per verificarne l'effettiva portata intimidatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

Dott. CARUSILLO Elena - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/10/2018 del TRIBUNALE di AVELLINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita 1,4I' relazione svolta dal Consigliere Dott. ALFREDO GUARDIANO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ODELLO Lucia.
FATTO E DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe il tribunale di Avellino, in accoglimento dell'appello proposto dalla costituita parte civile (OMISSIS) avverso la se…

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