Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9437 del 27 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:9437PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'ammissibilità delle misure alternative alla detenzione, deve accertare la sussistenza di segni tangibili di un effettivo e concreto percorso di recupero e reinserimento sociale del condannato, tenendo conto della sua pregressa condotta delinquenziale, della pericolosità sociale ancora attuale e della mancanza di un apprezzamento della valenza illecita dei propri comportamenti. Il diniego delle misure alternative è legittimo quando il giudice, sulla base di una motivazione congrua e immune da illogicità, ritenga che il condannato non abbia ancora intrapreso un efficace processo di rieducazione e di ravvedimento, permanendo il pericolo di reiterazione della specifica condotta criminosa. In tali ipotesi, il giudizio prognostico negativo circa la possibilità di un reinserimento sociale del condannato è sottratto al sindacato di legittimità, rientrando nell'ambito della discrezionalità tecnica del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza 18 aprile 2012 - Tribunale di Sorveglianza di Salerno;

sentita la relazione svolta dal Consigliere dott. ((omissis));

lette le conclusioni scritte del rappresentante del Pubblico Ministero, sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una s…

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