Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'ambito di una procedura di espropriazione per pubblica utilità, afferma che: 1. Rientra nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo la controversia avente ad oggetto il risarcimento dei danni da occupazione di un fondo a seguito di dichiarazione di pubblica utilità, senza che sia intervenuto il decreto di esproprio o altro atto idoneo a produrre l'effetto traslativo della proprietà, né vi siano state ulteriori proroghe dell'occupazione. Ciò anche qualora sia sollevata l'eccezione di intervenuta usucapione da parte dell'Amministrazione. 2. L'usucapione non può ritenersi intervenuta in assenza dell'individuazione del momento preciso dell'interversio possessionis e qualora i privati abbiano avanzato pretese sui beni occupati almeno dal 1985. 3. In caso di occupazione non seguita da un tempestivo provvedimento di esproprio, divenuta sine titulo, l'illecito permanente dell'Autorità verrà meno solo nei casi previsti dall'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001 (acquisizione del bene o sua restituzione), salva la conclusione di un contratto traslativo tra le parti. 4. Il Comune è tenuto a determinarsi, entro 120 giorni, circa la restituzione dell'area occupata o la sua acquisizione ai sensi dell'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001, con la corresponsione delle somme ivi previste. Solo successivamente a tale scelta potrà porsi la questione della quantificazione degli importi spettanti ai ricorrenti.