Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, da locale tecnico a unità abitativa, realizzato mediante opere edilizie che determinano un organismo edilizio diverso dal precedente, costituisce ristrutturazione edilizia ai sensi dell'art. 79, comma 2, lett. d) della L.R. Toscana n. 1/2005, con conseguente applicazione della relativa disciplina sanzionatoria prevista dall'art. 134 della medesima legge, a prescindere dall'esistenza di un Piano della distribuzione e localizzazione delle funzioni. Infatti, il cambio di destinazione d'uso che comporta un incremento del carico urbanistico è soggetto a specifico titolo abilitativo, anche in assenza di tale piano, in quanto le opere realizzate hanno trasformato in maniera sostanziale l'organismo edilizio originario. La mera installazione di servizi igienici e cucina, senza la realizzazione di un nuovo organismo edilizio, non integra invece il concetto di ristrutturazione edilizia, ma può essere ricondotta alla diversa fattispecie del mutamento di destinazione d'uso funzionale, disciplinata dall'art. 79, comma 1, lett. e) della L.R. n. 1/2005, per la quale è sufficiente la presentazione di una denuncia di inizio attività, salvo diversa previsione del Piano della distribuzione e localizzazione delle funzioni.