Il falso ideologico commesso mediante l'alterazione di un documento privato, al fine di indurre in errore l'autorità giudiziaria, integra il reato di cui agli artt. 56, 48 e 479 c.p., anche in assenza di abrasioni o segni evidenti di manomissione, qualora sia possibile accertare, attraverso un attento esame, la presenza di scritture sottostanti. La valutazione della prova testimoniale, pur non essendo decisiva ai fini della dimostrazione della consegna del denaro, rientra nel libero apprezzamento del giudice di merito, il quale non è tenuto a motivare specificamente in ordine a ogni singolo elemento probatorio, purché la motivazione complessiva risulti logica e coerente. L'esperimento probatorio richiesto dalla difesa può essere legittimamente escluso dal giudice, qualora il quadro probatorio già acquisito risulti sufficiente a fondare il convincimento in ordine alla sussistenza del reato contestato. L'omessa eccezione immediata sulla costituzione di parte civile, ai sensi dell'art. 491 c.p.p., comma 1, comporta la preclusione della relativa censura in sede di legittimità.