Il termine per proporre ricorso per cassazione avverso un'ordinanza è di 15 giorni dalla notifica del provvedimento, ai sensi dell'art. 585 c.p.p., comma 1, lett. a). Il mancato rispetto di tale termine perentorio comporta l'inammissibilità del ricorso, ai sensi dell'art. 591 c.p.p., comma 1, lett. c), precludendo l'esame del merito. Ciò determina la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, in applicazione dell'art. 616 c.p.p., non esulando profili di colpa nella proposizione del ricorso fuori termine, in conformità con l'orientamento giurisprudenziale consolidato (v. Corte Cost. n. 186/2000). Il rispetto dei termini di impugnazione costituisce un principio fondamentale del processo penale, volto a garantire la ragionevole durata del procedimento e la certezza dei rapporti giuridici, in attuazione dei canoni di buona amministrazione della giustizia e di tutela del diritto di difesa. L'inosservanza di tali termini, salvo specifiche eccezioni previste dalla legge, determina l'inammissibilità dell'impugnazione, precludendo l'esame del merito e comportando le relative conseguenze sanzionatorie a carico del ricorrente, a tutela dell'affidamento e della stabilità delle decisioni giurisdizionali.