Il regolamento preventivo di giurisdizione non è ammissibile in una controversia tra privati, anche se il giudice adito debba valutare aspetti di pubblico interesse, disapplicare provvedimenti amministrativi o valutarne incidentalmente la legittimità, in quanto tali questioni attengono al merito e non alla giurisdizione. La definizione della natura pubblica o privata di un soggetto parte del giudizio può costituire presupposto indispensabile per decidere della giurisdizione solo quando tale questione sia dirimente ai fini della determinazione della competenza del giudice ordinario o amministrativo. L'articolo 31, comma 3, del D.P.R. n. 308 del 2001, che disciplina il destino degli immobili frutto di abuso edilizio, non involge alcuna questione di giurisdizione, ma questioni di merito che il giudice civile ha piena potestà di risolvere in relazione al caso concreto. La proposizione di un regolamento di giurisdizione senza il previo riscontro della sua manifesta infondatezza alla luce della normativa e della giurisprudenza costituisce un uso distorto dello strumento processuale a fini meramente dilatori, integrando gli estremi della responsabilità processuale aggravata di cui all'articolo 96, comma 3, c.p.c. Tale condanna, di natura pubblicistica e autonoma rispetto alle ipotesi di cui ai commi 1 e 2 dello stesso articolo, non richiede la dimostrazione del danno in capo alla parte vittoriosa, essendo finalizzata a reprimere l'abuso del processo.