Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21060 del 26 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:21060PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso può essere desunta anche da elementi indiziari, quali intercettazioni telefoniche e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, purché tali elementi siano valutati dal giudice in modo logico e coerente, senza necessità di una prova diretta della condotta criminosa dell'indagato. Il giudice può legittimamente applicare la misura cautelare della custodia in carcere quando non emergano, dalle allegazioni difensive, elementi idonei a superare la presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. per i reati di cui all'art. 416-bis c.p. La valutazione della sussistenza degli indizi e delle esigenze cautelari rientra nell'ambito di cognizione del giudice di merito, la cui motivazione deve essere logica e congrua, senza che la Corte di Cassazione possa procedere ad una rilettura del compendio indiziario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sui ricorsi proposti il 27.12.2010 da:

avv. Piccinni Luigi, difensore di BA. Gi. , nato a (OMESSO); il 7.12.2010 dall'avv. Pompeo Demitri, difensore di SC. Ma. , nato a (OMESSO) ed il 22.12.2010 dall'avv. Quarta Ivana Maria, difensore di CA. Co. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Lecce, in funzione di giudice del riesame del 7.12.2010.

Sentita la relazione del consigliere dr. Paolo Antonio BRUNO.

Sentite le conclusioni d…

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