Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il divieto di abuso di informazioni privilegiate, di cui all'art. 187-bis del D.Lgs. n. 58/1998, si configura quando l'agente sia in possesso di informazioni rilevanti non ancora rese pubbliche, a prescindere dalle modalità con cui tali informazioni siano state acquisite, essendo sufficiente il mero possesso e l'utilizzo delle stesse per operazioni su strumenti finanziari. La prova dell'illecito può essere fornita attraverso presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti, senza necessità di dimostrare il passaggio di informazioni dall'insider primario all'insider secondario. Inoltre, in materia di illeciti amministrativi, grava sull'autore la presunzione di colpa, con l'onere per lo stesso di dimostrare l'assenza di dolo o colpa. Tuttavia, il principio di proporzionalità della sanzione, quale principio generale del diritto dell'Unione Europea, impone al giudice di valutare espressamente, oltre agli altri criteri indicati dalla legge, anche l'eventuale notevole differenza tra l'ammontare della sanzione e il profitto conseguito dall'autore della violazione, tenendo conto anche delle altre conseguenze negative poste a suo carico, come la confisca del profitto.