Il reato di evasione in regime di arresti domiciliari si perfeziona con la semplice coscienza e volontà dell'imputato di allontanarsi dal luogo di detenzione, indipendentemente dalle ragioni o finalità che lo abbiano mosso e dalla durata dell'allontanamento, purché questo non sia autorizzato o giustificato da cause di forza maggiore. Il dolo del reato di evasione è generico, essendo sufficiente la volontà di allontanamento nella consapevolezza del provvedimento restrittivo a proprio carico, senza che rilevino le finalità perseguite dall'agente. Pertanto, il reato sussiste anche qualora l'imputato si sia allontanato per recarsi presso le autorità al fine di essere tradotto in carcere, non essendo tale condotta riconducibile a una plausibile causa di giustificazione. La valutazione dell'elemento psicologico del reato rientra nell'ambito del giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o contraddittoria. La censura relativa al travisamento del risultato probatorio, inoltre, non è riconducibile ai motivi di ricorso previsti dall'art. 606 c.p.p.