Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40486 del 19 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:40486PEN

Massima

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Il provvedimento di confisca di beni nell'ambito di un procedimento di prevenzione è legittimo quando il giudice, sulla base di elementi di fatto concreti e specifici, accerti che il soggetto proposto abbia svolto attività illecite, tali da giustificare la sproporzione tra il valore dei beni posseduti e i redditi dichiarati o comunque lecitamente conseguiti, senza che sia necessario dimostrare la diretta derivazione dei beni da attività criminose. In particolare, il giudice può legittimamente ritenere che il tenore di vita e il patrimonio del soggetto proposto siano il frutto di attività illecite, anche sulla base di dichiarazioni di collaboratori di giustizia ritenute attendibili, quando risulti accertata l'assenza di redditi leciti sufficienti a giustificare il possesso di tali beni. In tali ipotesi, l'onere di provare la legittima provenienza dei beni grava sul soggetto proposto, il quale deve fornire una giustificazione plausibile e coerente del possesso di un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacom - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Sc. An. ;

avverso il decreto depositata il 20.10.2008 dalla Corte d'Appello di Palermo;

sentita la Relazione svolta dal Cons. Dott. Gian Giacomo Sandrelli.

IN FATTO

Il Tribunale di Palermo ha emesso, in data 21.7.2006, decreto che applicava ad S.A. la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di p.s. con obbligo di soggiorno presso il comune di residenza per due anni, nonche'…

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