Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2221 del 20 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:2221PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, con il ricorso a minacce o violenza, persegue il fine di conseguire un ingiusto profitto, consapevole che quanto preteso non gli è dovuto, a differenza dell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in cui l'agente agisce nella ragionevole, ancorché errata, opinione della sussistenza di un proprio diritto, pur se contestato o contestabile. Ai fini della valutazione delle esigenze cautelari, le modalità e la gravità del fatto-reato, in quanto elementi sintomatici della pericolosità sociale dell'indagato, possono essere legittimamente considerati, in aggiunta agli altri criteri di cui all'art. 133 c.p., per desumere il concreto pericolo di reiterazione dei reati della stessa specie, lesivi dello stesso interesse protetto e dello stesso valore costituzionale, secondo un orientamento giurisprudenziale consolidato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Domenico - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2376/2013 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 15/05/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. Romano Giulio che ha chiesto il rigetto;

udito il difensore avv. (OMISSIS) che si riporta ai motivi di ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Ricorrono per cassazione, a mezzo del loro difensore, (OMISSIS) e …

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