Il procedimento disciplinare nei confronti di un avvocato si svolge in modo autonomo e indipendente rispetto al procedimento penale avente ad oggetto i medesimi fatti, salvo che la sospensione del procedimento disciplinare sia ritenuta indispensabile per acquisire elementi di prova esclusivamente dal processo penale. La sanzione disciplinare non ha natura penale, ma è preordinata all'effettivo adempimento dei doveri inerenti al corretto esercizio della professione forense, sicché non può ritenersi violato il principio del "ne bis in idem" previsto dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Nel giudizio disciplinare dinanzi al Consiglio Nazionale Forense, il diritto dell'incolpato di ottenere il rinvio dell'udienza per legittimo impedimento a comparire sussiste solo in caso di impedimento assoluto e non di mera difficoltà o impegno professionale concorrente. L'accertamento del fatto e la valutazione della sua gravità ai fini della individuazione della condotta costituente illecito disciplinare rientrano nell'ambito del merito della decisione del Consiglio Nazionale Forense, non sindacabile in sede di legittimità se non per incompetenza, eccesso di potere e violazione di legge, nonché per vizio di motivazione.