Il ritardo dell'amministrazione nel pronunciarsi su un'istanza di concessione edilizia non comporta automaticamente il diritto al risarcimento del danno, essendo necessario che il richiedente dimostri: I) la violazione dei termini procedimentali; II) il dolo o la colpa dell'amministrazione; III) il nesso di causalità materiale o strutturale tra il ritardo e il danno lamentato; IV) l'ingiustizia del danno, intesa come lesione dell'interesse legittimo al rispetto dei termini procedimentali. In assenza di tali presupposti, non è possibile invocare l'equità integrativa ex art. 1226 c.c. o l'ausilio del consulente tecnico d'ufficio per la quantificazione del danno. Inoltre, il mancato impugnazione del provvedimento di diniego della concessione edilizia comporta l'acquiescenza alle argomentazioni ivi contenute, precludendo la possibilità di dimostrare la spettanza definitiva del bene della vita, elemento essenziale per il riconoscimento del risarcimento del danno da ritardo.