Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza breve n. 4582 del 2017

ECLI:IT:TARLAZ:2017:4582SENB

Massima

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La presentazione di una domanda di condono edilizio sospende l'esercizio dei poteri repressivi dell'amministrazione comunale fino alla definizione del relativo procedimento, con l'obbligo per l'ente di pronunciarsi sulla condonabilità o meno dell'abuso edilizio, non potendo l'ingiunzione di demolizione costituire implicito rigetto della domanda di condono. In caso di accoglimento della richiesta di condono, la costruzione diviene lecita urbanisticamente, mentre in caso di diniego l'amministrazione dovrà emettere il conseguente provvedimento sanzionatorio. L'amministrazione comunale non può procedere alla demolizione d'ufficio di opere edilizie realizzate in assenza di titolo abilitativo, qualora il proprietario abbia presentato una domanda di condono edilizio, in quanto l'art. 38 della legge n. 47/1985 impone all'ente di astenersi da ogni iniziativa repressiva che vanificherebbe a priori il rilascio del titolo in sanatoria. Pertanto, l'ordine di demolizione è illegittimo se emesso prima della definizione del procedimento di condono, dovendo l'amministrazione pronunciarsi preventivamente sulla condonabilità dell'abuso. Solo in caso di diniego del condono, l'ente potrà adottare il conseguente provvedimento sanzionatorio. La presentazione di una domanda di condono edilizio sospende l'esercizio dei poteri repressivi dell'amministrazione comunale fino alla definizione del relativo procedimento, con l'obbligo per l'ente di pronunciarsi sulla condonabilità o meno dell'abuso edilizio. In caso di accoglimento della richiesta di condono, la costruzione diviene lecita urbanisticamente, mentre in caso di diniego l'amministrazione dovrà emettere il conseguente provvedimento sanzionatorio. L'ordine di demolizione è pertanto illegittimo se adottato prima della conclusione del procedimento di condono, dovendo l'ente pronunciarsi preventivamente sulla condonabilità dell'abuso. La domanda di condono edilizio presentata dal proprietario sospende l'esercizio dei poteri repressivi dell'amministrazione comunale fino alla definizione del relativo procedimento, con l'obbligo per l'ente di pronunciarsi sulla condonabilità o meno dell'abuso edilizio. In caso di accoglimento della richiesta di condono, la costruzione diviene lecita urbanisticamente, mentre in caso di diniego l'amministrazione dovrà emettere il conseguente provvedimento sanzionatorio. L'ordine di demolizione è pertanto illegittimo se adottato prima della conclusione del procedimento di condono, dovendo l'ente pronunciarsi preventivamente sulla condonabilità dell'abuso.

Sentenza completa

Pubblicato il 13/04/2017

N. 04582/2017 REG.PROV.COLL.

N. 13703/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Bis)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 13703 del 2016, proposto da:
((omissis)) e ((omissis)), rappresentati e difesi dagli avvocati ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio della prima in Roma, viale Carso, 63;

contro

Roma Capitale, in persona del Sindaco p.t., rappresentata e difesa dall'avv. ((omissis)), domiciliata presso l’Avvocatura Comunale in Roma, via Tempio di Giove, 21;

per l'annullamento

della d.d. 2200/2016 avente ad oggetto la rimozione o demolizione d'ufficio delle opere abusive in via ((omissis)) n. 110, int. 10.

Visti il ricorso e …

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