Cassazione penale Sez. VI ordinanza n. 5178 del 3 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5178PEN

Massima

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Il giudice, nell'esercizio del potere di correzione degli errori materiali contenuti nei propri provvedimenti, è tenuto a rettificare le indicazioni anagrafiche inesatte, al fine di assicurare la correttezza e la completezza dei dati identificativi delle parti processuali, in ossequio ai principi di certezza del diritto e di tutela dell'identità personale. Tale potere correttivo, che può essere esercitato anche d'ufficio, si configura come un rimedio volto a eliminare mere imprecisioni o sviste, senza incidere sulla sostanza della decisione, e trova il suo fondamento nell'esigenza di garantire l'integrità e l'attendibilità degli atti giudiziari. La correzione dell'errore materiale, pertanto, non costituisce una modifica del provvedimento, ma un mero adeguamento formale volto a ripristinare la corrispondenza tra il testo del provvedimento e la realtà fattuale, assicurando l'esattezza e la coerenza interna degli atti processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 09/05/2013 della Corte di Cassazione visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. IACOVIELLO ((omissis)), che ha concluso chiedendo che si proceda alla correzione.

RITENUTO IN FATTO

1. Con l'ordinanza del 09/05/2013 di questa Corte e' stata dichiarata l'inamm…

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