Cassazione penale Sez. I sentenza n. 3136 del 22 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:3136PEN

Massima

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Il dolo specifico di agevolare l'attività di un'associazione di tipo mafioso, richiesto per l'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, non può essere automaticamente desunto dalla mera qualità di esponente apicale del sodalizio criminoso dell'imputato, ma deve essere accertato in concreto attraverso un'adeguata motivazione che dimostri come la condotta contestata sia stata effettivamente finalizzata a rafforzare l'organizzazione mafiosa nel suo complesso, e non soltanto a tutelare gli interessi personali dell'imputato. Inoltre, ai fini della configurabilità del reato di riciclaggio di cui all'art. 648-ter c.p., non è sufficiente la mera presunzione che il denaro investito provenga da attività delittuose, essendo necessario un accertamento specifico e puntuale della provenienza illecita delle somme, non potendosi desumere tale elemento unicamente dalla qualità di capo mafioso dell'imputato. Infine, per il reato di intestazione fittizia di beni di cui all'art. 12-quinquies del d.l. n. 306 del 1992, occorre dimostrare non solo la fittizia attribuzione della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità, ma anche la specifica finalità di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, non essendo sufficiente la mera constatazione dell'interposizione di uno schermo societario, che può avere anche finalità diverse dalla mera elusione di tali misure.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. - rel. Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza emessa in data 11/7/2014 dal Tribunale di Palermo.

Visti gli atti, il provvedimento denunziato, il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. M.((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo la declaratoria d'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con l'ordinanza in epigrafe il…

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