Il divieto di edificazione nella fascia di rispetto di 150 metri dalla battigia sancito dall'art. 15 della legge regionale siciliana n. 78 del 1976 ha come destinatari non soltanto le amministrazioni comunali in sede di formazione degli strumenti urbanistici, ma anche i privati che intendano procedere a lavori di costruzione entro tale fascia. Tale divieto, in virtù dell'art. 2 della legge regionale siciliana n. 15 del 1991, che ha natura interpretativa e quindi efficacia retroattiva, si applica anche alle costruzioni realizzate in epoca antecedente all'entrata in vigore della predetta legge regionale n. 78 del 1976, non potendosi configurare in capo ai privati diritti acquisiti sulla base di un'interpretazione restrittiva del divieto, in quanto si tratta pur sempre di costruzioni realizzate in assenza del necessario titolo abilitativo edilizio. Pertanto, il Comune è legittimato a negare il condono edilizio per le costruzioni realizzate in violazione del predetto divieto, senza che possa rilevare il fatto che l'area in cui insiste l'opera sia ormai satura di costruzioni, in assenza di specifica prova in tal senso da parte del privato richiedente il condono.