Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8240 del 2 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:8240PEN

Massima

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Il dolo di ricettazione può essere integrato anche sulla base della mancata o non attendibile indicazione della provenienza della cosa ricevuta, in quanto tale omissione è rivelatrice della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede. Inoltre, il dolo di ricettazione nella forma eventuale sussiste quando l'agente ha consapevolmente accettato il rischio che la cosa acquistata o ricevuta fosse di illecita provenienza, non limitandosi ad una semplice mancanza di diligenza nel verificare tale provenienza. L'imputato non ha l'onere di provare la legittima provenienza del possesso della cosa, ma solo quello di fornire una attendibile spiegazione dell'origine del possesso, la cui valutazione rientra nel libero convincimento del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa in data 29/11/2019 dalla CORTE DI APPELLO DI BARI;
Rilevato che il ricorso e' trattato con le forme previste dal Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8;
esaminati gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SERGIO BELTRANI;
lette le conclusioni del sostituto Procuratore Generale Dott. FODARONI MARIA GIUSEPPINA, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ric…

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