Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2514 del 21 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:2514PEN

Massima

Il falso in atto pubblico è configurabile anche quando l'attestazione falsa risulti immediatamente percepibile dal lettore, purché al momento dell'azione l'agente abbia agito con l'intenzione di ingannare la pubblica fede e l'attestazione sia astrattamente idonea a ledere il bene giuridico tutelato, a prescindere da eventuali circostanze sopravvenute che ne abbiano impedito l'effettiva idoneità ingannatoria. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di falso, il giudizio sulla grossolanità del falso è una valutazione di merito non censurabile in sede di legittimità, purché congruamente e logicamente motivata, mentre l'accertamento dell'inidoneità assoluta dell'azione a produrre l'evento, ai sensi dell'art. 49 c.p., comma 2, deve avere riguardo all'inizio dell'azione e non a circostanze successive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DE BERNARDIS Silvana - Consigliere

Dott. MASSAFRA Umberto - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di;

nei confronti di:

1) RI. FI., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 10/07/2008 TRIB. LIBERTA' di MESSINA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DIDONE ANTONIO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. GULLINO Alberto.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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