Il Comune, nell'esercizio della propria discrezionalità pianificatoria, è tenuto a motivare in modo specifico e analitico le scelte urbanistiche relative a un'area, quando tali scelte siano state precedentemente annullate in sede giurisdizionale per difetto di motivazione. Il giudicato formatosi sulla precedente pronuncia di annullamento impone all'Amministrazione un onere motivazionale maggiore rispetto a quello ordinariamente richiesto in sede di pianificazione territoriale, al fine di evitare la violazione del principio di cui all'art. 2909 c.c. Pertanto, la destinazione di un'area a "Giardini ed aree a verde privato" e a "Impianti tecnologici e attrezzature pubbliche in progetto", senza una congrua e specifica motivazione che tenga conto del giudicato formatosi sulla precedente sentenza di annullamento, integra un eccesso di potere per violazione del giudicato, illogicità manifesta, incongruenza, contraddittorietà e difetto di motivazione. L'Amministrazione comunale, nel riformulare la pianificazione dell'area, è tenuta a fornire un'analitica e dettagliata motivazione delle scelte urbanistiche adottate, nel rigoroso rispetto del giudicato amministrativo.