Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9323 del 8 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:9323PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta dell'imputato, consistente nell'invio reiterato di lettere contenenti minacce e rievocazioni di passati episodi di violenza, sia idonea a cagionare nella vittima un grave e perdurante stato di ansia e di paura, nonché a costringerla a modificare le proprie abitudini di vita, a prescindere dal fatto che tali conseguenze si siano già verificate in precedenza a causa di condotte pregresse. Tali condotte, pur avendo talvolta anche toni amorosi, risultano oggettivamente efficaci nel determinare un persistente senso di insicurezza e di concreta attuabilità delle minacce prospettate, integrando così il reato di atti persecutori e non la meno grave fattispecie di minaccia (art. 612 c.p.). Il giudice di merito, nel valutare la concessione delle circostanze attenuanti generiche, non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti, essendo sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti, senza che ciò comporti vizio di motivazione, ove non venga indicato quale elemento positivo, in tesi pretermesso, avrebbe dovuto condurre al riconoscimento delle attenuanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI E. M. - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/04/2019 della CORTE di APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere Dott. Elisabetta Maria Morosini;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Locatelli Giuseppe, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Milano ha confermato, a…

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