La responsabilità della pubblica amministrazione per l'illegittima revoca di un rapporto convenzionale con un soggetto privato ha natura contrattuale o da contatto sociale qualificato, comportando l'obbligo di risarcire il danno derivante dall'impossibilità per il privato di svolgere l'attività oggetto del rapporto convenzionale. Tale responsabilità sussiste qualora l'amministrazione, pur avendo legittimamente accertato la sussistenza di una causa di incompatibilità del soggetto privato ai sensi di legge, abbia errato nell'adozione dei conseguenti provvedimenti, in particolare per quanto riguarda l'individuazione dell'amministrazione competente. Tuttavia, tale errore è scusabile fino al passaggio in giudicato della sentenza che ha annullato i provvedimenti di revoca, dovendosi pertanto riconoscere il risarcimento del danno solo per il periodo successivo a tale data, quantificato nella misura del 15% del fatturato annuo presunto, tenendo conto delle effettive potenzialità della struttura interessata. Non sono invece risarcibili le ulteriori voci di danno, come il mancato incremento aziendale e il danno all'immagine, in quanto non direttamente conseguenti all'inadempimento contrattuale. Il risarcimento, essendo un debito di valore, è soggetto a rivalutazione monetaria ma non a interessi compensativi, salvo prova di un ulteriore danno da ritardo.