Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8288 del 9 marzo 2022

ECLI:IT:CASS:2022:8288PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, in sede di impugnazione di un provvedimento cautelare, non è tenuto a riesaminare la sussistenza delle condizioni legittimanti il provvedimento restrittivo, dovendo limitarsi al controllo che l'ordinanza gravata sia giuridicamente corretta e adeguatamente motivata in ordine a eventuali nuovi fatti, preesistenti o sopravvenuti, idonei a modificare apprezzabilmente il quadro probatorio o a escludere la sussistenza di esigenze cautelari. Il mero trascorrere del tempo dai fatti contestati, essendo già oggetto della misura genetica e regolato dalle norme sulla durata della misura stessa, non costituisce di per sé un elemento nuovo rilevante ai fini della modifica o revoca della misura cautelare. L'identità della questione proposta in precedenti impugnazioni, già dichiarate inammissibili, esclude inoltre la presenza di motivi nuovi rilevanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. BORSELLINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenz - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 18/09/2021 del TRIBUNALE di ROMA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. VINCENZO TUTINELLI;
sentite le conclusioni del PG Dott. FULVIO BALDI;
che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso proposto.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, il Tribunale di Roma ha rigettato l'istanza di revoca o modifica della misura cautelare in atto a carico del ricorrente.
A fond…

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