Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 33734 del 16 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:33734PEN

Massima

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Il sequestro probatorio di beni connessi all'attività di cessione di sostanze stupefacenti è legittimo quando sussiste l'astratta possibilità di sussumere il fatto attribuito all'indagato in una fattispecie di reato e risulta accertata l'esistenza di un nesso di pertinenzialità tra i beni sequestrati e l'illecito penale contestato, senza che il giudice del riesame debba entrare nel merito della concreta fondatezza dell'accusa. La notifica dell'avviso di fissazione dell'udienza di riesame presso il difensore dell'indagato, in caso di irreperibilità al domicilio eletto, è conforme alle previsioni di legge. L'inammissibilità del ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di convalida del sequestro comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, in considerazione delle questioni trattate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Bo. Gi. Ma. , nato a (OMESSO);

contro l'ordinanza del 30 marzo 2010 emessa dal Tribunale di Rieti;

visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

sentito il Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1. - Con l'ordinanza in epigrafe i…

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