Il Comune non può, attraverso l'esercizio del potere regolamentare di cui all'art. 344 del R.D. n. 1265/1934, introdurre prescrizioni in materia di localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, in quanto tale competenza è riservata alla pianificazione regionale e provinciale, ai sensi degli artt. 197 e 199 del D.Lgs. n. 152/2006. Il Comune, nell'ambito della conferenza di servizi di cui all'art. 208 del D.Lgs. n. 152/2006, può esprimere il proprio parere, ma non può sostituirsi all'autorità competente (Regione o Città Metropolitana) nel rilascio o nel diniego dell'autorizzazione unica per la realizzazione e gestione di nuovi impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti. Pertanto, la modifica regolamentare comunale che introduce distanze minime obbligatorie tra gli impianti di trattamento rifiuti e determinati recettori sensibili, nonché il diniego del permesso di costruire fondato su tale disciplina regolamentare, sono illegittimi per sconfinamento nelle competenze pianificatorie e autorizzative riservate agli enti sovraordinati.