Consiglio di Stato sentenza n. 7425 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:7425SENT

Massima

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Il rilascio di un'autorizzazione paesaggistica comunale non determina di per sé il perfezionamento di un procedimento di condono edilizio, il cui ottenimento resta subordinato al parere favorevole della Soprintendenza competente sulla compatibilità dell'intervento con il vincolo paesaggistico. Pertanto, l'annullamento in autotutela dell'autorizzazione paesaggistica, a seguito di un parere negativo della Soprintendenza sulla conformità delle opere abusive al vincolo, non è soggetto all'obbligo di comunicazione preventiva del preavviso di rigetto di cui all'art. 10-bis della legge n. 241/1990, in quanto costituisce l'esercizio, entro il termine decadenziale, di un potere che intercorre nell'ambito di un rapporto tra autorità pubbliche, integrando una fase ulteriore, di secondo grado, che determina la caducazione del precedente atto abilitativo. L'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica comunale, disposto ai sensi dell'art. 159 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, non richiede la comunicazione preventiva del preavviso di rigetto, in quanto la valutazione di incompatibilità delle opere abusive con il vincolo paesaggistico, espressa dalla Soprintendenza, esclude ipso iure l'illegittimità del provvedimento di annullamento. Inoltre, l'annullamento del decreto della Soprintendenza che aveva precedentemente annullato l'autorizzazione paesaggistica comunale determina la riapertura del procedimento, nel quale la Soprintendenza esercita non più il solo sindacato di mera legittimità ex post, ma effettua valutazioni di merito amministrativo ex ante sulla compatibilità dell'intervento con il vincolo paesaggistico, espressione dei nuovi poteri di cogestione del vincolo. Il contrasto delle opere abusive con le prescrizioni vincolistiche della zona, accertato dalla Soprintendenza, esclude l'illegittimità del provvedimento di annullamento dell'autorizzazione paesaggistica comunale.

Sentenza completa

Pubblicato il 04/09/2024

N. 07425/2024REG.PROV.COLL.

N. 10071/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 10071 del 2021, proposto da
((omissis)), rappresentata e difesa dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Rimini, in persona del sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato ((omissis)) in Roma, via Alberico II n. 33;
Ministero della Cultura, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, n. 12;

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