Cassazione penale Sez. II sentenza n. 32592 del 20 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:32592PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando il male prospettato dalla persona offesa è indicato come certo e realizzabile ad opera del reo, ponendo la vittima nell'ineluttabile alternativa di far conseguire all'agente il profitto ingiusto o subire il male minacciato. Ciò si verifica anche quando il male, pur non provenendo direttamente dall'imputato, è da questi prospettato come certo e realizzabile, in modo tale da coartare la volontà della persona offesa, la quale si determina alla prestazione costituente l'ingiusto profitto dell'agente per mera convenienza, al fine di evitare un male che agli occhi della vittima appaia più grave. Pertanto, ai fini della qualificazione giuridica del fatto come estorsione piuttosto che truffa, non è rilevante che l'imputato non abbia in concreto la disponibilità del bene oggetto della minaccia, essendo sufficiente che egli si sia presentato alla vittima come il soggetto in grado di provocare la perdita definitiva di tale bene. La recidiva facoltativa, ai fini della sua applicazione, richiede una specifica motivazione da parte del giudice in ordine alla maggiore pericolosità del reo, desumibile anche implicitamente dalla sola valutazione dei precedenti penali dell'imputato, specie se specifici e recenti, in relazione alla natura del reato per cui si procede. Tuttavia, a fronte di una censura generica sulla recidiva, il giudice non è tenuto a fornire una motivazione analitica, essendo sufficiente il richiamo ai numerosi precedenti penali dell'imputato, specifici e recenti, per desumerne implicitamente la sua maggiore pericolosità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matil - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. BORSELLINO - rel. Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. SGADARI G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
Avverso la sentenza della Corte di appello di Roma del 15 maggio 2018
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MARIA DANIELA BORSELLINO;
sentite le conclusioni del Procuratore Generale Dr. Giuseppe Locatelli che chiede il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Roma ha parzialmente riformato la sentenza del Tribunale di Cassino del 19 maggio 2015 che hai tra l'altro, affermato la responsabilita' (OMI…

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