Il provvedimento di revoca delle misure di accoglienza nei confronti di uno straniero richiedente protezione internazionale è illegittimo se adottato prima della definitiva conclusione del procedimento di esame della domanda di protezione, ivi compreso l'eventuale giudizio di impugnazione, e in assenza della comunicazione di avvio del procedimento, salvo che non ricorrano concrete ragioni di celerità e urgenza idonee a derogare all'obbligo di comunicazione. Infatti, ai sensi dell'art. 14, comma 4, del d.lgs. n. 142/2015, le misure di accoglienza devono essere assicurate per tutta la durata del procedimento di esame della domanda di protezione internazionale e, in caso di rigetto, fino alla scadenza del termine per l'impugnazione della decisione, nonché per il tempo in cui il richiedente, privo di mezzi sufficienti, è autorizzato a rimanere nel territorio nazionale a seguito della proposizione del ricorso giurisdizionale. Pertanto, la revoca anticipata delle misure di accoglienza, in assenza dei presupposti di legge, viola il diritto di difesa del richiedente protezione internazionale, tutelato dall'art. 24 Cost. e dalla direttiva 2013/33/UE, nonché il principio di partecipazione procedimentale di cui all'art. 7 della l. n. 241/1990.