Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16904 del 4 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16904PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuazione tra più reati, ai sensi dell'art. 81 cpv. c.p., richiede l'accertamento della sussistenza di un medesimo disegno criminoso, unitariamente concepito e deliberato, anche se nelle sue linee essenziali, che cementifichi i vari episodi delittuosi. Tale identità di disegno criminoso non può essere desunta dalla mera contiguità temporale o dall'analogia criminogena dei diversi fatti, essendo invece necessaria l'allegazione di elementi specifici e concreti da cui desumere la fondatezza di tale assunto. In difetto di tali elementi sintomatici, la distanza temporale apprezzabile tra i reati, la loro commissione in luoghi e con sodali differenti, nonché la loro disomogeneità tipologica (ad esempio, importazione di droga in un caso e cessione nell'altro), integrano indici di abitualità criminosa e di scelte di vita ispirate alla sistematica e contingente consumazione di illeciti penali, piuttosto che di attuazione di un medesimo progetto criminoso unitariamente concepito. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, in assenza di allegazioni specifiche da parte dell'istante, può legittimamente negare l'applicazione dell'istituto della continuazione, in quanto il mero riferimento alla contiguità cronologica o all'analogia criminogena dei diversi fatti non è sufficiente a dimostrare l'identità del disegno criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. DI TOMASSI ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Di. Mo. Do. , n. il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 13 ottobre 2009 - Corte di Appello di Roma;

sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

lette le conclusioni scritte del Pubblico Ministero, che ha chiesto il rigetto del ricorso con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

RITENUTO IN FATTO

1. - Con ordinanza in data 13 ottobre 2009, depositata in cancelleria il 30 ottobre …

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