Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 6295 del 13 febbraio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:6295PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sentenza di appello impugnata, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'omesso esame di un motivo di appello da parte del giudice dell'impugnazione non dà luogo a un vizio di motivazione rilevante ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p., quando il motivo proposto risulti implicitamente assorbito e disatteso dalle spiegazioni svolte nella motivazione in quanto incompatibile con la struttura e l'impianto della stessa, nonché con le premesse essenziali, logiche e giuridiche che compendiano la "ratio decidendi" della sentenza. 2. Ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, anche i "disturbi della personalità", che non sempre sono inquadrabili nel ristretto novero delle malattie mentali, possono rientrare nel concetto di "infermità", purché siano di consistenza, intensità e gravità tali da incidere concretamente sulla capacità di intendere o di volere, escludendola o scemandola grandemente, e a condizione che sussista un nesso eziologico con la specifica condotta criminosa. 3. Per la configurabilità del tentativo, il requisito dell'univocità degli atti va accertato ricostruendo, sulla base delle prove disponibili, la direzione teleologica della volontà dell'agente, quale emerge dalle modalità di estrinsecazione concreta della sua azione, in modo da individuare il risultato da lui avuto di mira ed insieme lo specifico bene giuridico aggredito e concretamente posto in pericolo. 4. La prova della deliberazione iniziale unitaria alla base del trattamento sanzionatorio più benevolo della continuazione, fondato sulla minore capacità a delinquere di chi si determina a commettere gli illeciti in forza di un singolo impulso, deve essere ricavata da indizi esteriori significativi, quali la tipologia dei reati, il bene giuridico offeso, le condotte poste a fondamento delle diverse condanne, le loro modalità di commissione, la causale delle violazioni, la loro omogeneità, la sistematicità, il contesto spaziale e il contenuto intervallo temporale. Tali indizi hanno normalmente un carattere sintomatico, e non direttamente dimostrativo, dell'esistenza di detto unitario disegno, sicché l'accertamento diretto al riconoscimento o al diniego del vincolo della continuazione deve assumere il carattere della effettiva dimostrazione logica, non potendo essere affidato a semplici congetture o presunzioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta da:

Dott. DOVERE Salvatore - Presidente

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

Dott. BELLINI Ugo - Consigliere

Dott. CAPPELLO Gabriella - Consigliere

Dott. RICCI ((omissis)) - Consigliere Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Mu.Ar. (CUI: Omissis) nato il Omissis
avverso la sentenza del 29/10/2021 della CORTE APPELLO di FIRENZE
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ((omissis)) RICCI;
udito il PG, in persona del Sostituto Procuratore ((omissis))
che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio in accoglimento del sesto motivo di ricorso. Rigetto nel resto.
udito il difensore avvocato Pa.Ma. del foro di FIRENZE in difesa di Mu.Ar. che ha insistito per l'accoglimento del ricorso
RITENUTO IN FATTO

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