Il possesso di armi e materiale esplodente in più abitazioni nella disponibilità dell'imputato, anche se nascoste in luoghi non immediatamente accessibili, integra il reato di detenzione illegale qualora siano presenti elementi gravi, precisi e concordanti che dimostrino la consapevolezza e il controllo del materiale da parte dell'imputato, come ad esempio le sue parziali ammissioni, la natura analoga del materiale rinvenuto in luoghi diversi e la sua utilità per proteggere lo stato di latitanza. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione degli elementi probatori, che non può essere sindacata in sede di legittimità se la motivazione risulta effettiva, non manifestamente illogica e internamente coerente, senza che sia necessario un puntuale riscontro di ogni singolo elemento dedotto dal ricorrente, purché la ricostruzione complessiva operata dal giudice di merito appaia sorretta da una logica argomentazione.