Il possesso e l'utilizzo di una carta di circolazione falsa, recante l'indicazione di una fittizia intestazione di un veicolo, integrano il reato di cui all'art. 477 c.p., anche qualora il soggetto sia stato sorpreso alla guida del veicolo in questione, in quanto tali elementi costituiscono prova sufficiente della responsabilità penale, senza che sia necessaria l'ulteriore dimostrazione che il soggetto abbia effettivamente compiuto atti di disposizione o di trasferimento del veicolo. Le dichiarazioni spontanee rese dall'imputato in tale contesto sono correttamente utilizzabili ai fini della pronuncia di condanna, anche nel procedimento con rito abbreviato. Il diniego delle attenuanti generiche e la determinazione della pena possono essere adeguatamente motivati sulla base dei precedenti penali specifici dell'imputato e della sua sottoposizione a misure di prevenzione, senza che sia necessario un esame analitico di tutti gli elementi indicati dalla difesa, qualora quelli considerati dalla Corte risultino assorbenti.