Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nelle gare pubbliche per l'affidamento di servizi di trasporto pubblico locale, la stazione appaltante gode di ampia discrezionalità nella definizione dei requisiti di partecipazione, dei criteri di valutazione delle offerte e delle caratteristiche del servizio da affidare, purché tali previsioni siano ragionevoli, non discriminatorie e non pongano ingiustificate barriere all'ingresso dei potenziali concorrenti. In particolare, la richiesta di un numero di autobus superiore a quello strettamente necessario per l'espletamento del servizio, anche prevedendo una quota di mezzi di scorta, non integra di per sé una clausola discriminatoria, così come la previsione di una durata dell'affidamento limitata nel tempo, laddove tale scelta sia giustificata dalla natura transitoria della procedura. Analogamente, la previsione di criteri di valutazione volti a premiare caratteristiche tecniche dei mezzi che rispondano a esigenze di tutela di interessi pubblici (come l'accessibilità per i disabili o la sostenibilità ambientale) non può essere considerata irragionevole o discriminatoria. Infine, l'omessa pubblicazione dell'avviso di preinformazione o la mancata predisposizione di un piano economico-finanziario non determinano di per sé l'illegittimità della procedura, qualora non abbiano concretamente impedito ai partecipanti di formulare offerte competitive, in particolare per il gestore uscente che già disponeva di informazioni dettagliate sul servizio.