Il provvedimento di acquisizione gratuita al patrimonio comunale di opere edilizie abusive, adottato ai sensi dell'art. 31 del D.P.R. n. 380/2001 e dell'art. 132 della L.R. Toscana n. 1/2005, costituisce una conseguenza legale automatica dell'inosservanza dell'ordine di demolizione precedentemente impartito dall'amministrazione, la cui inoppugnabilità per effetto della perenzione del relativo gravame rende improcedibile e comunque infondata ogni censura avverso il decreto di acquisizione, anche in relazione alla sua motivazione circa l'individuazione dell'area pertinenziale da acquisire. La mancata comunicazione di avvio del procedimento di acquisizione non inficia la legittimità del provvedimento finale, trattandosi di misura sanzionatoria a contenuto tipico e vincolato, la cui adozione è conseguenza necessaria dell'accertamento tecnico dell'abuso edilizio. Inoltre, l'eventuale fondatezza del ricorso straordinario avverso il pregresso diniego di condono edilizio non incide sulla legittimità dell'acquisizione, ormai consolidatasi per effetto della perenzione del gravame contro l'ordine di demolizione, essendo quest'ultimo divenuto inoppugnabile.