Cassazione penale Sez. V sentenza n. 50099 del 21 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:50099PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur se esercitato in termini aspri e polemici, non è punibile a titolo di diffamazione quando le espressioni utilizzate, ancorché denigratorie, siano comunque riconducibili al contesto conflittuale in cui si inserisce la condotta e non si risolvano in un gratuito attacco alla persona del soggetto criticato in quanto tale. Affinché possa trovare applicazione la scriminante di cui all'art. 51 c.p., è tuttavia necessario che il fatto storico posto a fondamento della elaborazione critica sia veritiero e che le espressioni impiegate, pur potendo risultare sgradevoli e offensive, non travalichino i limiti della continenza, ossia non si risolvano in una mera aggressione verbale del soggetto passivo, avulsa dal contesto in cui la condotta si colloca.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MAIO Guido - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 26/2013 TRIBUNALE di TORINO, del 26/06/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/07/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE DE MARZO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Roberto Aniello che ha concluso per il rigetto del ricorso;
Udito, per la parte civile, l'Avv. (OMISSIS) (Ndr: testo originale non comprensibile), che ha con…

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