Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25960 del 27 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:25960PEN

Massima

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La concessione della liberazione condizionale a un condannato collaboratore di giustizia che sta espiando pene per gravi reati di matrice mafiosa in regime di detenzione domiciliare richiede una penetrante verifica giudiziale dell'effettivo ravvedimento del soggetto, non desumibile automaticamente dalla sola collaborazione prestata e dalla fruizione di misure alternative alla detenzione, ma da un'analisi approfondita di tutti gli elementi fattuali rilevanti, quali la difficoltà e l'importanza della collaborazione, il comportamento tenuto durante la misura alternativa, l'attività lavorativa svolta e ogni altra circostanza utile a valutare il concreto percorso di risocializzazione intrapreso. Ove tali elementi risultino complessivamente positivi ma non sufficienti a ritenere integrato il requisito del ravvedimento, il giudice è tenuto a motivare specificamente tale valutazione, senza ricorrere a formule generiche, al fine di consentire un adeguato controllo di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. GIRONI Emilio - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GR. LO. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 04/12/2007 TRIB. SORVEGLIANZA di ROMA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIORDANO UMBERTO;

lette le conclusioni del P.G. Dr. D'Angelo che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

OSSERVA

Con ordinanza in data 4/12/07 il Tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto l'istanza di libera…

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