Cassazione penale Sez. I sentenza n. 45325 del 5 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:45325PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna per il reato di diffamazione, anche in assenza di prova di un accordo tra i concorrenti, può essere pronunciata nei confronti di chi, pur non pronunciando direttamente le frasi diffamatorie, abbia comunque concorso materialmente alla loro divulgazione, essendo presente al momento della loro enunciazione. Inoltre, il danno morale subito dalla parte offesa in un reato di diffamazione può essere liquidato in via equitativa dal giudice, sulla base di una congrua motivazione in ordine alla sua esistenza e gravità, senza la necessità di una prova analitica del suo ammontare. Tali principi trovano applicazione anche nel caso in cui l'annullamento con rinvio della sentenza di appello da parte della Corte di Cassazione sia limitato alla sola questione dell'esistenza di un'aggravante, senza incidere sull'accertamento della responsabilità penale degli imputati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. CORRADINI Grazia - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PR. FL. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 16/01/2008 TRIBUNALE di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIORDANO UMBERTO;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE E., che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con sentenza in data 27/6/05 il Tribunale monocratico di Milano, deliberando in funzione di giudice di…

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