Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5970 del 13 febbraio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:5970PEN

Massima

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Il possesso di un documento di riconoscimento con false generalità, recante la fotografia del possessore, integra il reato di cui all'art. 497-bis, comma 2, c.p. e non il meno grave reato di cui al comma 1 dello stesso articolo. Tuttavia, la possibilità di ricorrere per cassazione deducendo l'erronea qualificazione giuridica del fatto è limitata ai soli casi di errore manifesto, configurabile quando tale qualificazione risulti, con indiscussa immediatezza e senza margini di opinabilità, palesemente eccentrica rispetto al contenuto del capo di imputazione. Il giudice, nella sua posizione di terzietà e imparzialità, è chiamato a verificare la corrispondenza dei fatti provati a quelli ascritti all'imputato dal pubblico ministero, e non già ad assicurare, in chiave collaborativa con quest'ultimo, l'adeguamento dell'imputazione ai fatti provati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia R. A. - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI VENEZIA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/09/2021 del TRIBUNALE di VERONA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BIFULCO DANIELA;
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore generale, Dott.ssa ((omissis)), la quale ha concluso chiedendo l'annullamento dell'impugnata sentenza con trasmissione degli at…

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