Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 40799 del 13 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:40799PEN

Massima

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Il rifiuto di atti di ufficio, in particolare di prestazioni sanitarie urgenti, integra il reato di cui all'art. 328 c.p. quando l'incaricato di pubblico servizio, consapevolmente e reiteratamente, si sottrae alla valutazione dell'indifferibilità e doverosità dell'atto, in violazione delle pertinenti linee guida e protocolli operativi, senza che rilevi l'eventuale esito infausto dell'omissione. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla coscienza e volontà del rifiuto, a prescindere dalla colpa professionale, purché l'esercizio della discrezionalità tecnica trasmodi in arbitrio per manifesta irragionevolezza rispetto al contesto e ai protocolli vigenti. L'inammissibilità del ricorso per cassazione preclude la rilevabilità d'ufficio dell'estinzione del reato per prescrizione maturata in data successiva alla sentenza impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. MOGINI Stefan - rel. Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/01/2017 della CORTE APPELLO di MESSINA;
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MOGINI STEFANO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa FILIPPI PAOLA, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
Uditi i difensori:
- avvocato (OMISSIS) del foro di ROMA, quale sostituto processuale per delega orale dell'avvocato (O…

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