Il sequestro probatorio di un sistema informatico o di un supporto digitale è ammissibile, anche se ne è stata disposta la restituzione previa estrazione di copia dei dati ivi contenuti, purché sia dedotto un interesse concreto e attuale del ricorrente alla esclusiva disponibilità di tali dati. Tale interesse deve essere specifico ed oggettivamente valutabile sulla base di elementi univocamente indicativi della lesione di diritti primari, come quelli alla riservatezza e al segreto, conseguente all'indisponibilità delle informazioni contenute nei documenti informatici sequestrati. La mera aspettativa di una pronuncia sulla legittimità del sequestro non è sufficiente a integrare tale interesse, dovendo il ricorrente dimostrare la sussistenza di un pregiudizio effettivo e concreto derivante dalla sottrazione all'esclusiva disponibilità dei dati oggetto di copia forense. Ove tale interesse non sia adeguatamente rappresentato, il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di conferma del sequestro deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, anche se il sequestro è stato eseguito in violazione dei principi di adeguatezza e proporzionalità.