Il giudice, nell'esercizio del potere cautelare, può disporre la custodia cautelare in carcere nei confronti dell'indagato qualora sussistano gravi indizi di colpevolezza in relazione a reati di particolare gravità, quali truffa aggravata, falsità ideologica, lesioni personali volontarie aggravate e omicidi volontari, e ricorrano esigenze cautelari di prevenzione del pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio, anche in presenza di termini di durata massima della custodia cautelare. Il giudice, nel valutare la sussistenza di tali presupposti, deve effettuare un'approfondita analisi degli elementi indiziari e delle esigenze cautelari, motivando adeguatamente la propria decisione, anche in sede di riesame della misura cautelare. La custodia in carcere, quale extrema ratio, può essere mantenuta fino al termine del procedimento, salvo che non vengano meno i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, ovvero si verifichi la decorrenza dei termini massimi di durata della misura.