Il termine perentorio di 90 giorni previsto dall'art. 39, comma 4, della L. n. 724/1994 per l'integrazione documentale richiesta ai fini del procedimento di concessione edilizia in sanatoria non comporta l'automatica improcedibilità della domanda in caso di mancato rispetto, essendo necessaria una espressa statuizione in tal senso da parte dell'amministrazione comunale. Pertanto, fino a quando l'amministrazione non adotti tale provvedimento di improcedibilità, la documentazione tardivamente prodotta dall'istante è comunque esaminabile e suscettibile di determinare l'adozione di un provvedimento di concessione edilizia in sanatoria, fermo restando che l'inerzia dell'amministrazione nel pronunciarsi sulla improcedibilità potrebbe configurare una responsabilità omissiva a suo carico. Il diverso regime di impugnazione dei titoli edilizi ordinari e di quelli in sanatoria si giustifica in ragione della natura incerta e ipotetica del titolo sanante rispetto alle opere abusive, per cui è irragionevole pretendere dall'interessato la continua verifica presso gli uffici comunali o l'albo pretorio al fine di evitare la decadenza dall'impugnazione.