Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12534 del 17 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:12534PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di un'ordinanza applicativa di misura cautelare personale, è tenuto a verificare la congruenza della valutazione degli elementi indizianti rispetto ai canoni della logica e ai principi di diritto che governano l'apprezzamento delle risultanze probatorie, senza poter riesaminare la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito. Il ricorso per cassazione è ammissibile solo se denuncia la violazione di specifiche norme di legge ovvero la manifesta illogicità della motivazione, non anche quando propone una diversa valutazione delle circostanze esaminate dal giudice di merito. Pertanto, il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, essendo tale sindacato limitato al controllo della logicità e della conformità a diritto della motivazione del provvedimento impugnato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Domenico - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. LOMBARDO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 396/2013 TRIB. LIBERTA' di BRESCIA, del 09/07/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERGIO BELTRANI;

sentite le conclusioni del PG Dott. GALASSO Aurelio, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso, e del difensore di ufficio dell'indagato, avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso;

rilevata la regolarita' degli avvisi di rito…

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