Il provvedimento amministrativo di divieto di detenzione di armi e munizioni, adottato ai sensi degli artt. 11 e 39 del T.U.L.P.S., deve essere adeguatamente motivato, evidenziando in modo congruo e logico le circostanze di fatto che giustificano il giudizio di inaffidabilità del soggetto interessato e il conseguente pericolo di abuso delle armi. L'Amministrazione non può limitarsi ad affermare in modo apodittico l'esistenza di tale pericolo, ma deve esternare le ragioni specifiche che inducono a ritenere il soggetto incapace di offrire sufficienti garanzie circa il corretto uso delle armi, anche in assenza di un accertato abuso. Il provvedimento di rigetto dell'istanza di revoca del divieto di detenzione, pertanto, è illegittimo per difetto di motivazione qualora non contenga una adeguata e ragionevole giustificazione del perdurante pericolo di abuso, specie quando il precedente provvedimento restrittivo si fondava su un procedimento penale poi definitivamente archiviato per infondatezza della notizia di reato.