Il legittimo impedimento del difensore a comparire all'udienza, per concomitante impegno professionale in altro procedimento, è ammissibile solo se il difensore: a) prospetti tempestivamente l'impedimento non appena conosciuta la contemporaneità degli impegni; b) indichi specificamente le ragioni che rendono essenziale la sua presenza nell'altro processo; c) rappresenti l'assenza di un codifensore che possa validamente difendere l'imputato; d) dimostri l'impossibilità di avvalersi di un sostituto ai sensi dell'art. 102 c.p.p. sia nel processo a cui intende partecipare sia in quello di cui chiede il rinvio. Il giudice deve effettuare una valutazione comparativa dei diversi impegni al fine di contemperare le esigenze della difesa e quelle della giurisdizione. La mancata osservanza di tali requisiti comporta l'inammissibilità dell'istanza di rinvio, anche se trasmessa a mezzo posta elettronica certificata, in quanto tale modalità di comunicazione, pur non essendo irricevibile, deve comunque essere accompagnata dalla dimostrazione dell'effettiva ricezione da parte dell'ufficio giudiziario. Inoltre, il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere fondato sulla sussistenza di precedenti condanne, sulla mancanza di resipiscenza dell'imputato e sulla scarsa valenza della confessione resa in un momento in cui il quadro probatorio a suo carico era già evidente.