Il provvedimento cautelare di arresti domiciliari può essere confermato dal giudice di merito, nonostante le modifiche normative intervenute, qualora permangano i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, come il pericolo di reiterazione del reato, a carico dell'indagato, il quale riveste una posizione apicale nell'ambito della pubblica amministrazione e risulta coinvolto in un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di corruzione. Il giudice, nel motivare il mantenimento della misura cautelare, deve confrontarsi con le nuove deduzioni difensive, senza limitarsi a richiamare le precedenti argomentazioni, e dare conto del mutato quadro normativo, valutando la perdurante sussistenza dei presupposti di applicazione della misura, in particolare il concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato. La genericità dell'impugnazione, che si limita a reiterare le precedenti argomentazioni senza coltivare specificamente i nuovi profili introdotti dalla difesa, determina l'inammissibilità del ricorso.