Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14808 del 11 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:14808PEN

Massima

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Il possesso di oggetti atti ad offendere, anche se non noti all'imputato, integra il reato di cui all'art. 4, commi 2 e 3, della L. n. 110 del 1975, salvo che l'imputato dimostri in modo plausibile e convincente l'estraneità al possesso dell'oggetto. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità delle giustificazioni addotte dall'imputato, deve tenere conto della ragionevolezza e della verosimiglianza delle stesse, considerando anche le circostanze del caso concreto, come la natura dell'oggetto, il contesto in cui è stato rinvenuto e le relazioni personali dell'imputato. Ove le giustificazioni non appaiano plausibili, il giudice può ritenere integrato il reato, in applicazione del principio secondo cui l'ignoranza incolpevole della legge penale non esclude la responsabilità. Inoltre, il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nella valutazione delle prove e delle circostanze del caso, purché la motivazione sia logica, coerente e immune da vizi logici o contraddizioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi F. - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 5085/2014 TRIBUNALE di TORINO, del 16/02/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/01/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI FABRIZIO MANCUSO;
Il Pubblico Ministero, in persona della dott.ssa MARINELLI Felicetta, Sostituto Procuratore generale presso questa Corte, ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
L'avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), difensor…

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